Concorso “NONNI E NIPOTI, UN LEGAME DA RACCONTARE” - Terza edizione
Terzo Posto Sezione Scrittura Scuola Secondaria 2° gradoPIETRO CARNEVALE
Liceo “don Lorenzo Milani”, Acquaviva - Sede associata “Leonardo da Vinci”, Cassano
“Il tempo tra le mani: un dialogo tra generazioni”
Introduzione
In quest'epoca, in cui le più moderne tecnologie e l'intelligenza artificiale occupano molto spazio nella nostra vita quotidiana, vorrei esplorare le differenze e le somiglianze tra il tempo dei nonni e quello dei nipoti, focalizzandomi sulle criticità e le opportunità che queste differenze offrono. Per farlo, ho deciso di intervistare mia nonna, una persona che ha vissuto un’epoca diversa dalla mia, per capire meglio come il tempo sia cambiato nel corso degli anni. Le domande che seguono toccano vari aspetti della vita quotidiana, dalla gestione del tempo libero alle difficoltà che ciascuna generazione ha affrontato, fino alle opportunità che oggi possiamo cogliere grazie ai cambiamenti nel tempo.
Intervista alla nonna paterna
Io: Ciao nonna come va? Oggi, se sei d’accordo, vorrei fare una chiacchierata con te e proporti alcune domande.
1. Nonna, come comunicavi quando avevi la mia età?
Nonna: “La comunicazione era lenta, scrivevo e scrivevamo lettere e cartoline, che aspettavamo con emozione. Era difficile parlarsi a distanza, perché non c’era il telefono in casa. Oggi si comunica in continuazione, con messaggi, telefonate e videochiamate; raramente con le lettere. Ci si vede spesso, ma si è perso il senso di quello che si dice. Ai miei tempi, le.parole erano sincere e valevano più di cento messaggi.”
2. Come ti spostavi quando uscivi di casa?
Nonna: “Quasi nessuno aveva l’auto, neanche mio papà. Mi muovevo a piedi, anche perché, quando io avevo la tua età, era da poco finita la guerra e c’era povertà. Non ho mai fatto un viaggio, ma sui traini per andare a lavorare in campagna. Oggi puoi andare ovunque in poco tempo, con tutti i mezzi di trasporto, compreso l’aereo.”
3. Nonna, cosa ne pensi delle tecnologie di oggi?
Nonna: “Mi sorprende ogni giorno. A volte non riesco a capirla, anche se fino a poco tempo fa ho utilizzato un cellulare senza internet, che mi fu regalato e che a stento riuscivo a capire! Allo stesso tempo, mi preoccupa vedere tanti ragazzi sempre davanti ai computer e con le cuffie e con i cellulari in mano. Prima ci si guardava in faccia, si parlava davvero. Oggi si rischia di dimenticare che dietro ogni telefono c’è una persona. La tecnologia è buona, se usata con responsabilità.”
4. Come passavi il tempo libero?
Nonna: “Tempo libero ne avevo poco, perché dovevo badare al mio fratellino. Qualche volta, giocavo in strada con qualche amichetta, inventando giochi con quello che c’era.Non mi annoiavo mai, ma aiutavo la mia mamma in casa. Ero una ragazzina molto semplice, a differenza dei ragazzi di oggi che pretendono molto.”
5. Come si viveva nella tua famiglia?
Nonna: “La mia, era una famiglia umile e unita. Eravamo solo due figli, ma c’era un grande rispetto reciproco. Era un dovere per me obbedire ai genitori e aiutarli nella vita quotidiana.
Oggi invece, la famiglia è allargata, con pochi figli, con rispetto e amore, che sono importanti per tenere unita una famiglia.”
6. Era difficile la vita prima?
Nonna: “La vita era più faticosa. Si faceva tutto a mano: il bucato, il pane e si cucinava sul fuoco nel camino. Tutti gli scolari, come me, usavano il pennino per scrivere, solo due quaderni e due libri. Più tardi ho usato la penna. Ogni cosa richiedeva tempo e impegno. Ma c’era più senso del dovere e si dava più valore anche alle piccole cose fatte bene. Oggi ci sono troppe comodità, case bellissime, ma anche poca consapevolezza. Tutto è facile oggi, ma le persone diventano fragili, se non sono responsabili.”
7. Cosa ti fa pensare la società attuale?
Nonna: “Tutti vanno di fretta, tutto corre: il lavoro, i pensieri, le relazioni. Anche il cibo è cambiato. Una volta si cucinava in casa e si mangiava tutti insieme. Oggi c’è il cibo spazzatura, pasti pronti ovunque e si mangia addirittura da soli. Questa fretta non permette il dialogo e soprattutto i giovani non vengono capiti dai loro genitori. Oggigiorno si lavora anche da casa grazie al computer e si svolgono svariate professioni, che permettono di uscire e di incontrare gente. Ai miei tempi, quasi tutti andavano in campagna e c’erano pochissime botteghe di artigiani, mestieri ormai scomparsi.”
Conclusione
Questa intervista mi ha lasciato dentro qualcosa di profondo. Ho capito che non basta guardare al progresso per migliorare la nostra vita: serve anche guardarsi dentro, e guardare indietro, con rispetto. Il tempo dei nonni era più difficile, certo, ma anche più autentico in molti aspetti.
Il nostro tempo ci offre infinite possibilità, ma ci chiede anche attenzione: per non perdere ciò che conta davvero.
Il dialogo con mia nonna mi ha insegnato che ogni generazione ha le sue sfide, ma anche che i valori veri – come la famiglia, il rispetto, la semplicità, l’empatia – non passano mai di moda.
E forse è proprio questo il segreto: non vivere tutto di corsa, ma dare valore al tempo che abbiamo, e alle persone con cui lo condividiamo.
Introduzione
In quest'epoca, in cui le più moderne tecnologie e l'intelligenza artificiale occupano molto spazio nella nostra vita quotidiana, vorrei esplorare le differenze e le somiglianze tra il tempo dei nonni e quello dei nipoti, focalizzandomi sulle criticità e le opportunità che queste differenze offrono. Per farlo, ho deciso di intervistare mia nonna, una persona che ha vissuto un’epoca diversa dalla mia, per capire meglio come il tempo sia cambiato nel corso degli anni. Le domande che seguono toccano vari aspetti della vita quotidiana, dalla gestione del tempo libero alle difficoltà che ciascuna generazione ha affrontato, fino alle opportunità che oggi possiamo cogliere grazie ai cambiamenti nel tempo.
Intervista alla nonna paterna
Io: Ciao nonna come va? Oggi, se sei d’accordo, vorrei fare una chiacchierata con te e proporti alcune domande.
1. Nonna, come comunicavi quando avevi la mia età?
Nonna: “La comunicazione era lenta, scrivevo e scrivevamo lettere e cartoline, che aspettavamo con emozione. Era difficile parlarsi a distanza, perché non c’era il telefono in casa. Oggi si comunica in continuazione, con messaggi, telefonate e videochiamate; raramente con le lettere. Ci si vede spesso, ma si è perso il senso di quello che si dice. Ai miei tempi, le.parole erano sincere e valevano più di cento messaggi.”
2. Come ti spostavi quando uscivi di casa?
Nonna: “Quasi nessuno aveva l’auto, neanche mio papà. Mi muovevo a piedi, anche perché, quando io avevo la tua età, era da poco finita la guerra e c’era povertà. Non ho mai fatto un viaggio, ma sui traini per andare a lavorare in campagna. Oggi puoi andare ovunque in poco tempo, con tutti i mezzi di trasporto, compreso l’aereo.”
3. Nonna, cosa ne pensi delle tecnologie di oggi?
Nonna: “Mi sorprende ogni giorno. A volte non riesco a capirla, anche se fino a poco tempo fa ho utilizzato un cellulare senza internet, che mi fu regalato e che a stento riuscivo a capire! Allo stesso tempo, mi preoccupa vedere tanti ragazzi sempre davanti ai computer e con le cuffie e con i cellulari in mano. Prima ci si guardava in faccia, si parlava davvero. Oggi si rischia di dimenticare che dietro ogni telefono c’è una persona. La tecnologia è buona, se usata con responsabilità.”
4. Come passavi il tempo libero?
Nonna: “Tempo libero ne avevo poco, perché dovevo badare al mio fratellino. Qualche volta, giocavo in strada con qualche amichetta, inventando giochi con quello che c’era.Non mi annoiavo mai, ma aiutavo la mia mamma in casa. Ero una ragazzina molto semplice, a differenza dei ragazzi di oggi che pretendono molto.”
5. Come si viveva nella tua famiglia?
Nonna: “La mia, era una famiglia umile e unita. Eravamo solo due figli, ma c’era un grande rispetto reciproco. Era un dovere per me obbedire ai genitori e aiutarli nella vita quotidiana.
Oggi invece, la famiglia è allargata, con pochi figli, con rispetto e amore, che sono importanti per tenere unita una famiglia.”
6. Era difficile la vita prima?
Nonna: “La vita era più faticosa. Si faceva tutto a mano: il bucato, il pane e si cucinava sul fuoco nel camino. Tutti gli scolari, come me, usavano il pennino per scrivere, solo due quaderni e due libri. Più tardi ho usato la penna. Ogni cosa richiedeva tempo e impegno. Ma c’era più senso del dovere e si dava più valore anche alle piccole cose fatte bene. Oggi ci sono troppe comodità, case bellissime, ma anche poca consapevolezza. Tutto è facile oggi, ma le persone diventano fragili, se non sono responsabili.”
7. Cosa ti fa pensare la società attuale?
Nonna: “Tutti vanno di fretta, tutto corre: il lavoro, i pensieri, le relazioni. Anche il cibo è cambiato. Una volta si cucinava in casa e si mangiava tutti insieme. Oggi c’è il cibo spazzatura, pasti pronti ovunque e si mangia addirittura da soli. Questa fretta non permette il dialogo e soprattutto i giovani non vengono capiti dai loro genitori. Oggigiorno si lavora anche da casa grazie al computer e si svolgono svariate professioni, che permettono di uscire e di incontrare gente. Ai miei tempi, quasi tutti andavano in campagna e c’erano pochissime botteghe di artigiani, mestieri ormai scomparsi.”
Conclusione
Questa intervista mi ha lasciato dentro qualcosa di profondo. Ho capito che non basta guardare al progresso per migliorare la nostra vita: serve anche guardarsi dentro, e guardare indietro, con rispetto. Il tempo dei nonni era più difficile, certo, ma anche più autentico in molti aspetti.
Il nostro tempo ci offre infinite possibilità, ma ci chiede anche attenzione: per non perdere ciò che conta davvero.
Il dialogo con mia nonna mi ha insegnato che ogni generazione ha le sue sfide, ma anche che i valori veri – come la famiglia, il rispetto, la semplicità, l’empatia – non passano mai di moda.
E forse è proprio questo il segreto: non vivere tutto di corsa, ma dare valore al tempo che abbiamo, e alle persone con cui lo condividiamo.